giornata di pioggia

A rainy day, somewhere in the world


Marco Chiodi, A rainy day, somewhere in the world, video, 07:08, © 2010

da Jhon Berger, Sul guardare (Perchè guardare gli animali?)
Entro certi limiti gli animali sono liberi, ma, al pari dei visitatori, sanno bene che la reclusione è totale. La trasparenza del vetro, lo spazio fra le sbarre, l’aria al di sopra del fossato, non sono ciò che sembrano – se lo fossero, cambierebbe tutto. Trasparenza, spazio e aria si sono ridotti a puri simulacri…
É questo insieme di cose a renderli marginali. Lo spazio che abitano è artificiale. Di qui la tendenza a svignarsela ai margini. (Oltre i margini potrebbe esserci il vero spazio)…
In definitiva, la dipendenza e l’isolamento hanno a tal punto condizionato le loro reazioni che essi considerano ogni evento che si verifica intorno a loro – in genere di fronte, dove si dispone il pubblico – come marginale. (Di qui l’assunzione di un atteggiamento che sarebbe altrimenti esclusivamente umano: l’indifferenza.)

by Jhon Berger, About Looking (Why look at animals?)
Within certain limits, the animals are free, but, like the visitors, they know that the prison sentence is complete. The transparency of glass, the space between the bars, the air above the moat, are not what they seem – if they were, would change everything. Transparency, space and air are reduced to mere simulacra …
It is this combination of things to make them marginal. The living space is artificial. Hence the tendency to run away at the margins. (Out of margins could be the real space) …
Ultimately, addiction and isolation have so influenced their responses that they consider every event that occurs around them – usually in front, where you have the audience – as marginal. (Hence the assumption of an attitude that would otherwise only human indifference.)


Leave a Reply